Novembre 2024

machine learning & block chain

L’importanza di un approccio consapevole all’IA: l’errore di focalizzarsi sulle tecnologie e non sulle problematiche

Ascolta l'articolo

Sembra essere molto diffuso, almeno leggendo riviste e social media, un atteggiamento del tipo: “per rimanere sul mercato bisogna fare qualcosa di intelligenza artificiale”. Di per sé, credo che sia un’affermazione sostanzialmente vera, ma fuorviante se la si prende come atteggiamento concreto, col suo quasi inevitabile corollario: “qualsiasi cosa, purché sia IA”.

Il punto, infatti, non è utilizzare l’IA, ma avere un atteggiamento di ricerca, riconoscimento e risoluzione dei problemi, o, in altri termini, diventare sempre di più delle “learning organization”. È solo a questo punto che molto probabilmente scopriremo che non l’IA, ma quel particolare tipo di IA, corredata di tutto quello che deve stare attorno, come una seria raccolta e gestione dei dati, ci può aiutare.

Un progetto ambizioso e le sue problematiche

Qualche settimana fa, mi sono iscritto come volontario ad un progetto molto ambizioso del genere “AI for good”, con l’aggiunta pure di “salsa blockchain”, altro argomento di cui si parla e si straparla e che considero pure molto interessante, ma di cui continuo a far fatica a trovare casi d’uso convincenti: l’idea è (o forse, era) di utilizzare blockchain e machine learning per aiutare i coltivatori di caffè dell’Etiopia.

Il mio obiettivo personale, oltre che magari dare un contributo nella lotta alla povertà, era appunto di trovare un’applicazione convincente e di fare un po’ di esperienza su tecnologie interessanti, ma che frequento meno di altre. Purtroppo, la strada si è subito rivelata “in salita”: di idee non ce n’erano molte, ma in compenso erano molto ben confuse. Non dati, non conoscenza della filiera, non casi d’uso ben definiti, ma solo, appunto, un generico usiamo ML per prevedere i prezzi, CV per valutare la qualità del prodotto e BC per tracciare la filiera, “dal produttore al consumatore”, ovviamente. Mi sbaglierò, ma mi pare che il progetto stia morendo senza neanche bisogno che qualcuno intervenga per chiuderlo, ed è un vero peccato, perché invece, affrontato in un altro modo, senza anteporre le tecnologie al problema, credo che avrebbe potuto essere molto più interessante ed anche di successo.

L’importanza di un framework concettuale nell’uso dell’IA

Qualche tempo fa, ho frequentato un corso on-line promosso dal solito mitico Andrew Ng, dal titolo, appunto, “AI for Good” in cui è stato presentato, con dovizia di particolari e di esperienze concrete, un framework concettuale per affrontare progetti di questo tipo, in larga parte utilizzabile anche per qualsiasi altro progetto di innovazione tecnologica: nulla di quanto descritto nel corso è stato utilizzato nel progetto di cui sopra, mentre si sarebbe senz’altro potuto farlo. Se lo si fosse fatto, la cosa più probabile è che il progetto avrebbe cambiato completamente faccia e, forse, avrebbe anche avuto successo, magari anche con le stesse tecnologie.

Unici, parziali, ma per me importanti, passi avanti: aver imparato un po’ di più di Blockchain di quanto non sapessi prima ed aver visto in pratica, sia pure in negativo, l’importanza del framework concettuale proposto da Andrew e dal teacher (ora non ne ricordo il nome).

Prossimi sviluppi

Vorrei parlarvi ora di come tutto questo si collega alle nostre proposte di innovazione per aziende, come ADR-Flow, i “pilastri” ICT/AI che abbiamo individuato per l’industria manifatturiera (e non solo) o al progetto “ICT/AI Kenya” che stiamo costruendo … Niente paura: tutto questo ci sarà prossimamente su questo stesso blog.

Keep learning (voi e le vostre organizzazioni)!

ADR-Flow con eLabor e RIOS a Red Hat Summit Connect 2024: un’occasione per confrontarci in modo pratico sulle soluzioni del mondo open source

Anche quest’anno eLabor sarà con RIOS, la Rete Italiana Open Source della quale è parte integrante, al Red Hat Summit Connect 2024 di Milano in programma il 19 novembre. Nella sessione dedicata il CEO di eLabor Paolo Mascellani presenterà l’esperienza di ADR-Flow in un caso concreto, del quale vi sveliamo un po’ di anticipazioni.

Il nostro case history

Protagonista del case history è un’azienda che produce imballaggi flessibili per uso industriale, le cui esigenze erano quelle di creare imballi più leggeri, con spessori ridotti e ottime prestazioni e di alta qualità, ma anche sostenibili e realizzati con PE riciclato. Per poter ottenere questi risultati serviva poter effettuare un accurato controllo della qualità del materiale in ingresso e intervenire nel caso se ne presentasse la necessità… e qui siamo entrati in scena noi!
Utilizzando le tecniche di computer vision basate su algoritmi di machine learning inserite all’interno di ADR-Flow, abbiamo ottenuto risultati ampiamente superiori a quelli ottenibili con tecniche più classiche di analisi delle immagini. ADR-Flow, il nostro sistema di riconoscimento automatico dei difetti di produzione industriale, è utilizzabile grazie alla sua architettura generale e flessibile in moltissima altre situazioni ed è completamente Open Source, a tutti i livelli dello stack tecnologico. Oltre a ADR-FLOW sono state utilizzate anche altre soluzioni open source come TensorFlow e Raspberry… ma non vogliamo farvi altri spoiler, il resto ve lo racconteremo all’evento di Milano…!

Potenza dell’Open Source

Da sempre eLabor possiede una forte vocazione all’innovazione e alla tecnologia, soprattutto nel campo dell’informatica. Quale migliore occasione quindi del Red Hat Summit Connect, dove conoscenze, competenze ed esperienze in questo ambito si contaminano e moltiplicano, per poter parlare dell’applicazione di Machine Learning e Intelligenza Artificiale in ambito industriale? D’altra parte siamo sempre stati convinti che l’open source sia il motore innovazione dell’innovazione tecnologica, ed è quindi fondamentale mostrare e osservare insieme la messa in pratica, i risultati e i benefici di queste soluzioni nei più svariati contesti di applicazione.

eLabor e RIOS, un’unica missione

Poiché siamo parte integrante di RIOS ne condividiamo la mission di promuovere, individuare e divulgare le migliori tecnologie Open Source presenti sul mercato, puntando sull’innovazione e nella possibilità di una crescita continua e sempre più ad ampio raggio. Per questo e tanti altri motivi, se sarete presenti il 19 novembre all’evento di Red Hat a Milano, oltre a seguire la sessione RIOS a partire dalle ore 14:00, avremo modo di conversare, confrontarci, collaborare e condividere conoscenze su tante tematiche relative al mondo open.
Potete consultare l’agenda e iscrivervi al Red Hat Summit Connect 2024 di Milano cliccando su questa pagina

hacker al lavoro per eludere la cybersecurity

La Cybersecurity: tra miti e realtà

Ascolta l'articolo

Oggi faccio una piccola “invasione di campo”: parlo di cybersecurity (ma come vedrete, si arriva sempre alla solita conclusione …).

Super-Esperti e Consigli Fuorvianti

Ne parlo non perché ne sia particolarmente esperto, per quanto non ne sia neppure digiuno, ma perché, appunto, visto che l’argomento è molto caldo, ora fioccano i super-esperti a dare i loro consigli, spesso interessati ed altrettanto spesso banali, se non fuorvianti, e non è necessario essere esperti per capire che c’è qualcosa che non va.

Un Nuovo Pericolo “anche” per Linux

Leggo su una rivista online del settore finanza, lo so, almeno il 90% degli articoli sono “marchette”, infatti di solito leggo solo i titoli, andando a vedere solo gli articoli che superano un certo livello di soglia, mi serve comunque per sapere di cosa si parla, dicevo leggo di un nuovo terribile software che attacca i sistemi finanziari che utilizzano Linux, andando poi a vedere, il sottotitolista si è dimenticato un “anche”, ma non è questo il problema: è ovvio che oggi un software che voglia attaccare dei server debba preoccuparsi anche, o probabilmente soprattutto, di Linux, e che chi usa Linux non possa, pena amare esperienze, pensare di vivere al riparo da attacchi.

Tecniche Avanzate e Social Engineering

Approfondendo, si capisce che si tratti di un sofisticato sistema che grazie ad un misto di tecniche avanzate e di social engineering consente di sfruttare le carenze (io direi l’obsolescenza) di alcuni protocolli usati dai sistemi bancari per trasferire denaro sui conti dei malfattori. Le spiegazioni non sono un gran che, ma neppure da buttare.

La Risposta Sconcertante

La cosa veramente sorprendente è la risposta proposta dall’azienda che ha evidentemente sponsorizzato l’articolo: noi siamo al sicuro, perché utilizziamo protocolli di crittografia, come TLS e MAC: manca poco che casco dalla sedia! TLS dovrebbe essere la base della comunicazione criptata oramai da decine di anni, mentre MAC (sul momento la sigla non mi diceva nulla, ma mi sono informato) è un algoritmo di “firma” dei pacchetti che si basa su chiavi simmetriche, con tutti i problemi del caso. Non dico che non servano, ma se la cybersecurity contro i sofisticatissimi attacchi che stiamo vedendo si basa su questo ed un’azienda importante del settore non ha di meglio da dire, stiamo veramente male.

Cultura Informatica e Investimento

Il vero punto è che oggi ci sono ancora nel tessuto produttivo italiano (non credo che all’estero stiano molto meglio, ma non sono in grado di dirlo) delle fortissime carenze di cultura informatica, tra cui ovviamente anche in cybersecurity ma il problema è molto più ampio, che lo rendono fortemente vulnerabile e la soluzione è una sola: studiare ed investire, anche per distinguere tra chi parla solo per parlare e chi invece fa e capisce quello che fa.

Novembre 2024
L M M G V S D
 123
45678910
11121314151617
18192021222324
252627282930  
Archivi

Categorie