
Sfide e Opportunità per l’ia nel Settore Industriale
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Qualche giorno fa ho incontrato ad un evento promozionale un signore che, quando ha saputo che mi occupavo di intelligenza artificiale, mi ha detto che lui ha più paura della stupidità naturale che dell’intelligenza artificiale: non ho potuto che dargli ragione!
Riflessioni sull’intelligenza
Tra l’altro, nel mio ultimo articolo su questo blog esprimevo un concetto molto simile. Tuttavia ritengo che non sia questo un buon motivo per rinunciare all’intelligenza, né a quella artificiale né tanto meno a quella naturale, che ci guida nello sfruttare al meglio le meraviglie delle nuove tecnologie.
Il mondo del packaging
Proprio la partecipazione all’evento di cui sopra mi ha dato modo di conoscere e, spero, prossimamente affrontare, tutta una serie di problemi in cui si dibattono le aziende del “packaging”, dalla produzione fisica dell’imballaggio, al suo utilizzo per confezionare il prodotto, all’ottimizzazione degli spazi, fino allo sconfinamento nel settore della logistica e della tracciabilità. Un mondo affascinante!
Il ruolo dell’intelligenza artificiale
La parte del leone, dal nostro punto di vista, in questa catena di attività, la fanno la Computer Vision (ad esempio il riconoscimento automatico dei difetti di produzione, ma anche di imballaggio, ed altre attività) e l’ottimizzazione di risorse con vincoli.
Sfide affrontate e da affrontare
Se consideriamo gli estremi della catena, all’eLabor abbiamo già affrontato con successo il supporto al controllo di qualità, ad esempio, di sacchetti ad uso industriale di plastica riciclata (presenterò questa esperienza al Red Hat Summit Connect 2024 di Milano, il 19 novembre prossimo, all’interno di una “track” organizzata dalla Rete Italiana Open Source), mentre sul fronte della logistica un caso d’uso che ci ha visto impegnati quest’anno è l’ottimizzazione dei trasporti all’interno di un’organizzazione complessa come un grande ospedale.
Ma anche del bel mezzo della catena si possono trovare casi molto interessanti per entrambe le tipologie. Come ad esempio riconoscere se il “pacco” è stato ben confezionato (un problema per certi versi simile ad un altro che abbiamo affrontato, riguardante il corretto layout degli impianti frenante, elettrico e di alimentazione di una motocicletta). Un problema presentatomi come molto importante, almeno per l’azienda con cui stavo parlando, è quello di ottimizzare l’uso di un pallet, cioè di ottenere che ci sia il minor spazio vuoto possibile, o, se preferite, che ci sia il massimo di “payload”.
Spazio per l’innovazione
Ho avuto in sostanza un’ulteriore conferma, che si aggiunge alle tante già avute, che di spazio per applicare intelligentemente algoritmi “intelligenti” ce ne sia tantissimo un pò dappertutto ed in particolare nell’industria manifatturiera, dove peraltro si sentono anche delle giustificate resistenze al loro utilizzo, che proprio l’uso dell’intelligenza (quella senza virgolette) permette di superare nel migliore dei modi.
L’importanza di continuare ad imparare
Certo, c’è sempre da applicare anche il motto del mio (e di migliaia di altri) mentore, Andrew Ng: “keep learning”!

L’intelligenza artificiale: tra entusiasmi e delusioni
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Si fa (giustamente) un gran parlare di intelligenza artificiale (AI) ed in particolare dei Large Language Model (LLM) o degli ancora più stupefacenti Large Multi-modal Model (LMM) e di come stanno cambiando la nostra vita (e lo stanno davvero facendo, anche se forse ci accorgiamo solo di qualche dettaglio!).
Vantaggi e insuccessi dell’intelligenza artificiale
Uno degli argomenti che in questo periodo sembra appassionare gli “esperti” è se la AI porti davvero benefici o no: ecco quindi vagonate di articoli sugli incredibili risultati che si possono ottenere ed altre vagonate sugli insuccessi.
Esperienze contrastanti: tra promesse non mantenute e successi inaspettati
Ho già affrontato la questione dal punto di vista che più mi interessa e cioè i possibili utilizzi in ambito industriale manifatturiero (non che gli altri non mi interessino, ma con questi … ce campo …), ma vorrei questa volta utilizzare un altro punto di osservazione, cioè quello dell’utilizzatore di LLM (tecnicamente, si può dire che “ce campo” anche con questi, visto che l’occasione di parlare viene proprio dagli utilizzi che ho fatto recentemente in ambito lavorativo).
Ho già polemizzato recentemente su una mirabolante proposta ricevuta sulle incredibili possibilità offerte da un certo sistema, inevitabilmente basato su AI, che però conteneva esso stesso gravi errori grammaticali: un pessimo biglietto da visita! Anche peggiore l’esperienza fatta con una grande e plaudita compagnia aerea: non ne indico il nome, ma se considerate che ho acquistato un volo da Firenze a Nairobi … qualche congettura la potete anche fare (a proposito di Nairobi: tornerò presto, spero, sui progetti africani dell’eLabor su ICT ed AI).
Del tutto soddisfacente, invece, pensando anche, purtroppo, a molti siti istituzionali italiani,, il sistema on-line di rilascio del visto di ingresso in Kenya:
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- completamente automatizzato, compreso lo scatto della fotografia quando è disponibile una webcam e non si ha una foto già pronta
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- ottimi ausili al completamento dei campi di input
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- un giusto livello di verifica dei documenti necessari e delle informazioni fornite, dipendenti anche dal tipo di visto richiesto
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- pagamento integrato nel processo
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- visto in PDF e pkPass rilasciato dopo poche ore
In sostanza: si capisce chi ci ha veramente pensato (oops … non si tratta in questo caso di intelligenza artificiale, ma naturale) ed ha cercato di realizzare qualcosa che facilita ed invoglia l’utente (ricordando anche il turismo è una voce importante del bilancio keniano, così come l’interesse ad attrarre aziende ed investitori stranieri) … e chi no :-(.
L’intelligenza artificiale come supporto
Ma un utilizzo, questa volta davvero entusiasmante, proprio perché intelligente, degli LLM l’ho sperimentato frequentando (e superando con successo gli esami :-)) dei corsi della specializzazione di DeepLearning.ai su Coursera (il mio agente formativo preferito) su “Generative AI for Software Development”: tre corsi in cui si insegna ad utilizzare gli LLM come supporto alla produzione con meno sforzo di software più efficiente, più sicuro, più mantenibile, ben testato e ben documentato (e scusate se è poco)!
L’intelligenza umana e artificiale: una combinazione vincente
In sostanza, il ritornello, Computer Vision, LLM, o anche semplicemente software, è sempre quello: la combinazione vincente è sempre, prima di tutto utilizzare la propria intelligenza ed esperienza e poi farsi aiutare anche dall’intelligenza artificiale, se questa è davvero utile nel contesto di applicazione, senza affidarsi ciecamente e stupidamente ad essa!
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