Transfer Learning

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Oggi voglio entrare un po’ più nel profondo di un aspetto tecnico, che ha grosse ripercussioni sulle possibilità, oggi, anche di una piccola o media azienda, di utilizzare tecniche di Machine Learning: il Transfer Learning.

Introduzione al Transfer Learning

Come al solito, per chi mi conosce, non parlo di cose dal solo punto di vista teorico e neppure di cose che stanno nell’ambito della ricerca avanzata: quello che mi interessa è far capire che queste tecniche sono veramente alla portata di chi vuole utilizzarle, soprattutto a livello industriale, che è l’ambito che mi interessa di più, e che, se anche non sono nuovissime, considerando la pazzesca velocità di evoluzione del campo, sono da una parte efficacissime e dall’altra ancora scarsamente utilizzate.

Importanza del Machine Learning

Qui però non si può fare a meno di parafrasare il famoso motto creato a suo tempo da Andrew Clay Shafer (“you are either building a learning organization or you will be losing to someone who is” ), che rimane certamente valido: o ti metti ad utilizzare il machine learning o verrai battuto da chi lo sta facendo”. Sarebbe interessante esplorare la relazione tra learning organization e machine learning … ma lo faremo un’altra volta.

Cos’è il Transfer Learning?

Dicevamo “Transfer Learning”: sostanzialmente significa utilizzare un modello di calcolo sviluppato per fare una certa cosa … per farne un’altra. La cosa può essere abbastanza sorprendete: “Ofelee fa el to mesté”!, recita un mai abbastanza ascoltato proverbio milanese; per i non iniziati ai misteri padani: “pasticcere, fa il tuo mestiere”, o, in altri termini, ciascuno faccia quello che è davvero capace di fare … non pretenda di fare o di metter becco in quello che fanno altri, più preparati di lui).

Perché mai un modello matematico addestrato per fare una cosa dovrebbe riuscire a farne bene un’altra?

Provo a partire da un esempio di atletica che mi ricorda la mia gioventù: c’era un campione di corsa italiano, anche se nato in Sudafrica (forse mi era già partito il “mal d’Africa” …), di nome Marcello Fiasconaro: era uno splendido corridore sui 400 metri piani, in Italia dominava a suon di record, ma coi campioni mondiali … non c’era storia. Ad un certo punto, il suo allenatore si accorse che in realtà, pur non riuscendo a raggiungere le vette di velocità degli specialisti americani, aveva più resistenza. Cambiò specialità, passò a correre gli 800 metri e fece sfracelli; il suo record mondiale strabiliò il mondo e resistette per moltissimi anni. Il punto è che l’allenamento fatto per lunghi anni sulla corsa più veloce, sommata alle doti di resistenza sviluppate successivamente, hanno prodotto una combinazione vincente: evidentemente anche la saggezza milanese ha i suoi limiti.

Si, vabbé … ma il machine learning cosa c’entra?

Reti Neurali e Generalizzazione

Qui bisogna introdurre un altro elemento: il modelli di machine learning che si usano oggi sono principalmente reti neurali profonde: si tratta di modelli molto complessi, anche senza arrivare agli LLM, e necessitano di incredibili moli di dati e di potenza di calcolo per essere addestrati: sicuramente una PMI non ha le risorse per farlo.

Tuttavia, questi modelli hanno anche la straordinaria capacità di “generalizzare”, cioè di saper interpretare anche dati che non hanno mai visto (altrimenti non servirebbero a nulla). Possiamo sfruttare queste doti, prendendo un modello addestrato da altri, ne esistono tantissimi, provare ad aggiungerci degli altri “strati” e ad addestrare solo quelli, poi magari anche fare quello che viene chiamato “fine tuning”, cioè completare l’addestramento di tutta la rete con i dati che ci interessano, ma partendo da quello che già c’è, senza doverla addestrare da zero.

Vantaggi del Transfer Learning

Con questa tecnica, abbiamo ottenuto (non solo noi, ovviamente, ma anche noi) risultati sorprendenti anche a partire di poche migliaia di fotografie che mostrano difetti di produzione, raggiungendo in qualche caso precisioni di riconoscimento superiori al 99% (beh … solo qualche volta, ma è successo davvero; in molti altri casi abbiamo comunque raggiunto precisioni molto buone, considerate tali non da noi, ma dai nostri clienti).

Siete sicuri di non volerci provare?

trasformazione digitale

Trasformazione Digitale. Potenziala con ADR-Flow

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Qualche tempo fa, scrivevo, a proposito di trasformazione digitale: “… quindi dashboard, digital twin, ottimizzatori … ma … il “machine learning”? (Articolo qui).

Il riferimento era ad una serie di cose concrete che si possono fare, e per le quali noi ci proponiamo come partner, per mettere in atto una trasformazione digitale che abbia veramente senso, che raggiunga cioè l’obiettivo di rendere l’azienda più efficace nel processo di creazione di benessere e ricchezza.

La risposta, per come la vedo io, è che dashboard, digital twin e ottimizzatori sono cose concrete che si possono fare, mentre il “machine learning” è una tecnologia, ma anche una metodologia, che si può usare per farle meglio e per fare in modo che siano più efficaci.

Raccolta dati sistematica

Riprendiamo però il discorso dal suo inizio: tutte queste cose si possono fare se si raccolgono sistematicamente dati, altrimenti ci stiamo solo prendendo in giro. Supponiamo quindi di avere un sistema, come ADR-Flow, che ci permette di acquisire dati direttamente dalla linea di produzione in modo sistematico e controllato: si tratta di un ottimo punto di partenza e, come si diceva, il solo fatto di avere un database di questo tipo vale già l’investimento necessario.

Valorizzare i dati con il machine learning nell’ottica della trasformazione digitale

Proprio nei giorni scorsi un’azienda per cui lavoriamo, ragionando sui risultati che stiamo ottenendo su una linea di produzione ci ha detto “noi abbiamo altre linee sulle quali da anni raccogliamo dati: si potrebbero applicare gli stessi algoritmi anche su quelle linee”? La raccolta dei dati, fotografie del prodotto finito in questo caso, viene fatta sistematicamente da anni ed ha già un suo grosso valore, ad esempio nella gestione dei reclami e delle garanzie, ma ADR-Flow, abilitando il machine learning, può amplificare questo valore, ad esempio riconoscendo che un prodotto ha un difetto prima che questo venga spedito (al cliente finale o ad un intermediario, poco importa).

Dashboard e miglioramento continuo

Anche se si raccolgono sistematicamente i dati, però, non è ovvio che si abbia anche una dashboard che permetta di tenere sotto controllo il processo produttivo; d’altra parte anche la dashboard, se fatta bene, vale da sola l’investimento fatto per crearla, ma se il machine learning ci permette di associare ai dati raccolti anche l’indicazione di quanti pezzi sono difettati e di che difetti soffrono, ecco che è possibile abilitare tutta un’altra serie di attività, ad esempio di miglioramento continuo del prodotto e del processo.

Digital twin e ottimizzazione

Immaginiamo ora che associato alla nostra linea di produzione, ci sia un vero e proprio digital twin, un sistema informatico cioè in grado di replicare il funzionamento della linea fornendoci in continuazione un’altra serie di dati da comparare con i dati raccolti, tali che si possa ad esempio prevedere cosa succederà sulla linea prima che questo succeda. Ottima iniziativa, che può servire, ad esempio, per gestire al meglio gli approvvigionamenti o le manutenzioni: il machine learning può permettere di tenere costantemente aggiornati i parametri di funzionamento del digital twin in modo che questo produca i dati nel modo più preciso possibile. Se poi associamo al tutto anche un sistema di ottimizzazione, ecco che siamo in grado di prendere decisioni tempestive ed economicamente più efficaci di quelle che avremmo potuto prendere senza.

Il ruolo di ADR-Flow

In realtà questi sono solo degli esempi, ma quello che possiamo dire con certezza è che il machine learning è in grado di supportare al meglio queste funzionalità e di permetterci di estrarne il maggior valore possibile.

Questo è lo scopo di ADR-Flow.

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