Febbraio 2025

Il ritardo del manifatturiero

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Ecco che si torna a parlare del ritardo che il mondo manifatturiero, soprattutto le aziende medio-piccole italiane, hanno accumulato relativamente ai sistemi informativi ed alla cosiddetta “transizione digitale”, che comunque considero un’espressione fuorviante, perché dà l’idea che sia una cosa che una volta fatta … è fatta, e si può pensare ad altro.
Non mi stancherò mai di dire che il mondo manifatturiero mi affascina tantissimo e che, se è vero che accusa un certo ritardo, non è per l’insipienza dei suoi dirigenti, ma per cause oggettive che vanno comprese se lo si vuole veramente accompagnare verso una soluzione del problema.

Un cambiamento che deve essere applicato…

Bisogna considerare che, giustamente, la prima attenzione che si ha in questo mondo è sul prodotto, le sue caratteristiche e i suoi usi: cose che, nella maggior parte dei casi ha ben poco a che fare, almeno tradizionalmente, con l’informatica, la cui “invasione di campo” oramai in tutti i settori produttivi (e non) è relativamente recente: difficile, e probabilmente anche controproducente, buttare via il prezioso capitale di esperienza e conoscenza accumulato in tanti anni per intraprendere nuove strade per lo più sconosciute.
Detto questo, però, il problema esiste: un atteggiamento troppo conservativo dello status quo e troppo poco attento all’innovazione, in particolare ICT e, oggi, AI, rischia di provocare grossi guai anche alle aziende più affermate e consolidate. Il punto, però, è che il cambiamento deve essere soprattutto di mentalità: provo a fare alcuni esempi.

…. e non è da poco!

Tradizionalmente, l’informatica è stata trattata un po’ in tutti i campi come qualcosa di accessorio, cui dedicare un’attenzione limitata; certo, i conti bisogna pur farli ed un computer è molto più comodo di una macchina da scrivere, ma progettare un prodotto, produrlo, aggiornarlo, verificarne la qualità, confrontarsi con la concorrenza … sono tutta un’altra cosa! Beh … non è più così: non sto dicendo che bisogna sostituire i progettisti con degli informatici, ma che oggi per reggere le sfide bisogna che gli uni lavorino in stretta collaborazione con gli altri. Cambiamento non da poco!

L’errore da non commettere a livello strategico

Inoltre, mi è capitato spesso di osservare come dei prodotti informatici fatti bene abbiano avuto scarsa fortuna solo perché la concorrenza ha curato molto meglio la vendita: certamente un errore strategico da parte del fornitore, ma anche da parte del cliente, che nella maggior parte dei casi si è lasciato abbindolare, compromettendo in parte le proprie possibilità di successo, anche perché non sapeva davvero di cosa avesse bisogno. Anche qui, si impone un cambiamento di mentalità non facile, ma assolutamente necessario: conoscere bene il proprio prodotto ed il suo ambiente di utilizzo continua ad essere fondamentale, ma oggi c’è bisogno di più, sia per aggiornare il proprio prodotto con tutte le possibilità che l’informatica offre, sia per migliorare ed efficientare tutti i processi aziendali.

L’Italia e l’Intelligenza Artificiale, una visione strategica per il futuro: la pianificazione e alcuni rischi da contemplare

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Come avrete notato anche negli scorsi articoli, cerchiamo sempre di seguire quelle che sono novità riguardanti il campo dell’IA.
Sappiamo bene che negli ultimi anni l’Intelligenza Artificiale ha rivoluzionato il mondo, andando a influenzare settori produttivi, pubblica amministrazione e la società anche nelle attività quotidiane. L’Italia, che vanta una forte tradizione manifatturiera e industriale, nonché accademica, ha deciso di affrontare questa trasformazione stilando un piano strategico mirato: la Strategia Italiana per l’Intelligenza Artificiale 2024-2026.

Perché una Strategia per l’IA?

Sembra ormai acclarato che l’IA stia diventando sempre più un fattore chiave per l’innovazione e la crescita economica. Dalla sanità all’industria, dalla formazione alla pubblica amministrazione, la sua applicazione è in continua espansione. Tuttavia, nonostante un’ottima base di ricerca e competenze accademiche di alto livello, l’Italia ha bisogno di accelerare l’adozione pratica dell’IA, soprattutto nelle PMI e nel settore pubblico.
La strategia nazionale si pone quindi l’obiettivo di consolidare il ruolo del Paese come attore di primo piano nel panorama europeo, puntando su un’IA affidabile, sostenibile e antropocentrica, in linea con i principi dell’Unione Europea. Questo significa promuovere l’innovazione senza trascurare aspetti cruciali come etica, sicurezza, privacy, di cui abbiamo parlato in questo articolo, e impatto sociale.

Gli Obiettivi della Strategia Italiana per l’IA

Il piano in questione si articola su quattro macroaree fondamentali con degli elementi ben precisi:

1. Ricerca e Innovazione

  • Potenziare l’ecosistema italiano della ricerca IA
  • Creare laboratori e infrastrutture di calcolo avanzate
  • Sviluppare algoritmi e modelli IA adatti al contesto italiano

2. Pubblica Amministrazione

  • Digitalizzare e semplificare i servizi pubblici attraverso l’IA
  • Formare il personale amministrativo per un uso consapevole delle nuove tecnologie
  • Creare linee guida per l’adozione di soluzioni IA nel settore pubblico

3. Sostegno alle Imprese

  • Incentivare l’adozione dell’IA nelle PMI
  • Creare hub di innovazione e incubatori per startup IA
  • Sviluppare servizi digitali avanzati per il settore industriale e manifatturiero

4. Formazione e Competenze

  • Introdurre corsi specializzati sull’IA nei programmi scolastici e universitari
  • Avviare programmi di reskilling e upskilling per il mondo del lavoro
  • Favorire la mobilità di studenti e ricercatori per collaborazioni internazionali

Infrastrutture e Coordinamento

Per poter garantire il successo di questa strategia è necessario un coordinamento efficace tra istituzioni, imprese e centri di ricerca. A tal fine, è prevista la creazione di una Fondazione per l’Intelligenza Artificiale, che avrà il compito di gestire risorse, monitorare i progressi e promuovere la condivisione di dataset e modelli IA. Saranno inoltre potenziate le infrastrutture di rete e di calcolo per supportare l’evoluzione delle tecnologie IA su larga scala.

Sfide e Rischi

L’adozione dell’IA non è certo priva di ostacoli. Tra le principali criticità identificate dalla strategia troviamo:

  • Il rischio del “non fare”, ovvero il ritardo nell’adozione dell’IA rispetto ad altri Paesi.
  • L’omogeneizzazione culturale, con l’uso di modelli IA sviluppati all’estero senza un adattamento al contesto italiano.
  • Rischio dell’inefficacia: la strategia nazionale potrebbe non essere efficace nella sua attuazione a causa della complessità delle dinamiche dell’IA e della necessità di gestire molteplici linee di azione.
  • L’iperregolazione, che potrebbe ostacolare lo sviluppo dell’IA con eccessiva burocrazia.
  • L’impatto sul lavoro, con la necessità di sostenere la transizione delle professioni verso un uso consapevole dell’IA.
  • Il digital divide, per evitare che l’adozione dell’IA aumenti le disuguaglianze digitali nel Paese.

Il blogger Ernesto Belisario, oltre a commentare i rischi sopracitati, ha posto l’attenzione anche su alcune domande a cui la strategia non ha fornito delle risposte. Ad esempio: quali sono gli attori che saranno coinvolti nell’attuazione del Piano? E quanto tempo servirà per costituire e rendere operativa la Fondazione per l’Intelligenza Artificiale? Non sarebbe stato più veloce assegnare queste attività a un soggetto istituzionale già esistente? Sono previsti tempi specifici per il completamento delle azioni? Quali e quanti fondi saranno utilizzati per l’attuazione della strategia? Le risposte a certi quesiti potranno arrivare, con tutta probabilità, soltanto cammin facendo nel momento in cui la strategia diverrà sempre più concreta, tenendo ben presente che però non è stato stabilito il budget effettivo da investire in questo campo.

L’Italia come centro di eccellenza per lo sviluppo tecnologico

Tornando al piano presentato in precedenza, si può dire che l’Intelligenza Artificiale rappresenti una straordinaria opportunità per il futuro dell’Italia. Con la Strategia Italiana per l’IA 2024-2026, il Paese punta a diventare un centro di eccellenza, investendo in ricerca, formazione e sviluppo tecnologico. Affrontando con determinazione le sfide e valorizzando i punti di forza, l’Italia, in questo modo, potrà giocare un ruolo chiave nel panorama europeo dell’IA, garantendo innovazione e promuovendo progresso sociale tramite una tecnologia sempre più sostenibile. Servirà però rendere tutto meno fumoso e provare a fare maggior chiarezza su alcuni aspetti per velocizzare il procedimento e rendere efficiente tutto il progetto.

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