
Il ritardo del manifatturiero
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Ecco che si torna a parlare del ritardo che il mondo manifatturiero, soprattutto le aziende medio-piccole italiane, hanno accumulato relativamente ai sistemi informativi ed alla cosiddetta “transizione digitale”, che comunque considero un’espressione fuorviante, perché dà l’idea che sia una cosa che una volta fatta … è fatta, e si può pensare ad altro.
Non mi stancherò mai di dire che il mondo manifatturiero mi affascina tantissimo e che, se è vero che accusa un certo ritardo, non è per l’insipienza dei suoi dirigenti, ma per cause oggettive che vanno comprese se lo si vuole veramente accompagnare verso una soluzione del problema.
Un cambiamento che deve essere applicato…
Bisogna considerare che, giustamente, la prima attenzione che si ha in questo mondo è sul prodotto, le sue caratteristiche e i suoi usi: cose che, nella maggior parte dei casi ha ben poco a che fare, almeno tradizionalmente, con l’informatica, la cui “invasione di campo” oramai in tutti i settori produttivi (e non) è relativamente recente: difficile, e probabilmente anche controproducente, buttare via il prezioso capitale di esperienza e conoscenza accumulato in tanti anni per intraprendere nuove strade per lo più sconosciute.
Detto questo, però, il problema esiste: un atteggiamento troppo conservativo dello status quo e troppo poco attento all’innovazione, in particolare ICT e, oggi, AI, rischia di provocare grossi guai anche alle aziende più affermate e consolidate. Il punto, però, è che il cambiamento deve essere soprattutto di mentalità: provo a fare alcuni esempi.
…. e non è da poco!
Tradizionalmente, l’informatica è stata trattata un po’ in tutti i campi come qualcosa di accessorio, cui dedicare un’attenzione limitata; certo, i conti bisogna pur farli ed un computer è molto più comodo di una macchina da scrivere, ma progettare un prodotto, produrlo, aggiornarlo, verificarne la qualità, confrontarsi con la concorrenza … sono tutta un’altra cosa! Beh … non è più così: non sto dicendo che bisogna sostituire i progettisti con degli informatici, ma che oggi per reggere le sfide bisogna che gli uni lavorino in stretta collaborazione con gli altri. Cambiamento non da poco!
L’errore da non commettere a livello strategico
Inoltre, mi è capitato spesso di osservare come dei prodotti informatici fatti bene abbiano avuto scarsa fortuna solo perché la concorrenza ha curato molto meglio la vendita: certamente un errore strategico da parte del fornitore, ma anche da parte del cliente, che nella maggior parte dei casi si è lasciato abbindolare, compromettendo in parte le proprie possibilità di successo, anche perché non sapeva davvero di cosa avesse bisogno. Anche qui, si impone un cambiamento di mentalità non facile, ma assolutamente necessario: conoscere bene il proprio prodotto ed il suo ambiente di utilizzo continua ad essere fondamentale, ma oggi c’è bisogno di più, sia per aggiornare il proprio prodotto con tutte le possibilità che l’informatica offre, sia per migliorare ed efficientare tutti i processi aziendali.